Racconti e fumetti – che stanno da soli, non vogliono compagnia, non vogliono un prima, un dopo. Leggere, e zitti.
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La memoria è un gran fregatura, la maggior parte delle volte ti viene incontro per stenderti. Non averla può fare la differenza, chi mente non ricordando è il più inattaccabile dei bugiardi. Anche il più incalzante degli avvocati contro il “non mi ricordo”, rimane spiazzato.
Da studente facendo il conto di quanta zavorra portavamo a spasso con le nostre cartelle, oltre al consueto conto di libri, quaderni, diari e astucci. Mettevo nel conto anche l’inchiostro. Perché le penne nelle nostre mani, venendo sistematicamente smontate, servivano come cerbottane per sparare pallini di carta impastati con la saliva o a soddisfare la nostra curiosità innata dei ragazzi di smontare e talvolta rimontare le cose. Una volta – ma solo una – piantai una bic rossa nel quadricipite del Lazzerino, ma eravamo una classe di soli maschi e qualcosa si doveva fare. Ad ogni modo – come cercavo di dire prima di perdermi pericolosamente nelle memorie – le penne servivano anche a scrivere e un po’ del loro inchiostro rimaneva sulle pagine e per forza un po’ doveva pesare.
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